Ernie aveva allora ventisei anni e da circa uno era diventato Granduca alla morte prematura del padre; era un ragazzo avvenente, colto, dallo spiccato temperamento artistico e molto buongusto; la sua omosessualità era un segreto a tutti noto a Darmstadt, ma non per questo era meno amato, né lo sarà, dai suoi sudditi.
Al tempo del suo primo matrimonio, era un giovane uomo affascinante e dalle maniere da vero gentiluomo, che rappresentava un ottimo partito per qualunque dama; sua nonna Vittoria scelse per lui, giusto per rispettare il suo amore per le cose en famille, una delle tante cugine dirette, Victoria Melita, una delle quattro figlie di Alfredo, duca di Edimburgo.
Victoria, in famiglia vezzeggiata come Ducky, era più giovane di lui – doveva compiere in novembre diciotto anni. Era la terzogenita di Alfredo; prima di lei venivano Alfred (che morirà suicida cinque anni dopo, avendo scoperto di avere la sifilide) e Maria (“Missy”), che da poco era andata in sposa al re di Romania, Ferdinando; dopo di lei c'erano altre due sorelle, Alexandra (“Sandra”) e Beatrice (“Baby Bee”). Quest'ultima – per sottolineare quanto fossero fitti, che la Regina lo volesse o no, i legami coi Romanov – ottono anni più tardi si innamorerà, perdutamente, ricambiata, di Miša, il più piccolo dei fratelli di Nicky, ma la Chiesa Ortodossa Russa (nella persona di Nicky, in quanto zar) negherà loro il consenso di sposarsi. [Secondo la religione ortodossa, il matrimonio tra cugini primi era generalmente vietato, e consentito solo con uno speciale permesso, NdA].
Ducky non era considerata particolarmente bella per i canoni del tempo (pare che il suo mento fosse “troppo sottile” e i suoi tratti “troppo virili” perché fosse considerata davvero bella), ma soprattutto aveva un carattere difficile e modi da maschiaccio. Era alta, dai capelli bruni e gli occhi più viola che azzurri; sua madre era Marija Aleksandrovna, una delle figlie dello zar Alessandro II, e quindi Nicky e i suoi fratelli erano suoi cugini diretti.
Era vero, come aveva osservato la Regina Vittoria, che Ducky e Ernie andavano d'accordo, ma solo come cugini; durante un viaggio in Russia dai parenti della madre, infatti, Ducky si era innamorata perdutamente di uno dei suoi tanti cugini, il Granduca Kirill Vladimirovič, figlio di un altro dei figli di Alessandro II.
Ma, come abbiamo già avuto modo di ricordare, La Regina non amava la Russia, e non poteva sopportare che le sue nipoti ne fossero “inghiottite” sposando dei Romanov; e se non aveva potuto fare nulla con Ella – che aveva accettato la proposta di Sergej senza interpellare nessuno, tantomeno la nonna! – era decisa a non permettere che nessun'altra nipote, fosse Alix o chiunque altra, la imitasse.
Ducky, sapendolo, non aveva protestato; era pur vero, però, che nemmeno Ernie sembrava felice all'idea di sposare la cugina, ed entrambi, per un po', cercarono di far desistere la reale nonna; ma furono meno fortunati, o forse meno abili e decisi di Alix, e non la spuntarono. Alla fine cedettero entrambi alle pressioni di Vittoria e alle sue moine, e accettarono il matrimonio, che fu fissato per il 19 di aprile a Coburgo, in Germania, la città patria della sposa, come usanza.
Alix non doveva essere nemmeno lei felice di quell'unione; di tutte le sue cugine, Ducky era, insieme alla di lei sorella Missy, quella con la quale andava meno d'accordo, e che trovava meno simpatica; i loro caratteri, entrambi difficili e scontrosi, erano evidentemente incompatibili. Pare, inoltre, che Alix riteneva Ducky troppo dura per la natura sensibile e artistica del suo adorato Ernie, e l'idea che Ducky, che lei così poco amava, avrebbe preso il posto finora suo di signora di casa al Palazzo Nuovo, deve averla quantomeno indispettita.
C'è anche chi sostiene che fu questo il pungolo finale che spingerà Alix ad accettare la proposta di matrimonio di Nicky: scappare da Darmstadt prima di dover obbedire agli ordini di Ducky che sarebbe diventata la nuova Firts Lady di Darmstadt; non ci sono prove concrete di questo pensiero, ma è certo che Alix non doveva essere affatto felice al pensiero che l'antipatica cugina entrasse in casa sua da signora, mettendola da parte e “rubandole” l'adorato fratello; e, senza dubbio, sposando Nicky diventerà signora nella sua nuova casa, e addirittura Imperatrice del più grande Paese del mondo – anche se non si ambienterà mai del tutto.
Come ogni altro matrimonio tra nobili all'epoca, anche quello di Ernie e Ducky ebbe come diretta conseguenza la riunione di metà – se non di più – delle case reali e imperiali d'Europa; la “folla reale”, come la definirà Georgie, era resa ancora più numerosa dal fatto che gli sposi fossero entrambi nipoti di Vittoria, la “nonna d'Europa”.
Ovviamente, visto che la madre di Ducky era sorella dello Zar, non mancò la famiglia imperiale russa al gran completo, come era già avvenuto l'anno precedente per le nozze di Georgie e May. E, come era prevedibile, la storia d'amore in essere tra il dolce e attraente erede al trono del più vasto Impero del mondo e la triste, bellissima nipote prediletta della “nonna d'Europa” fu subito sulla bocca di tutti ben più delle nozze per le quali si erano riuniti.
Ducky ed Ernie, infatti, sebbene fossero i protagonisti, furono ben presto eclissati da Alix e Nicky, che erano sulla bocca di tutti. I reali riuniti, infatti, si dimenticarono subito degli sposi – che erano membri di una nobiltà minore – per rivolgere la loro attenzione e i loro pettegolezzi alla ben più succulenta vicenda che si stava per svolgere sotto i loro occhi: nientemeno che l'erede al trono russo avrebbe finalmente chiesto la mano della triste principessa che aveva rifiutato già così tanti pretendenti?
Che lo zar, la zarina e la Regina fossero contrari all'unione non era mistero per nessuno; ma era chiaro a tutti quanto la situazione stesse volgendo a favore dei due ragazzi. La cosa più evidente era la situazione di salute dello zar, la cui notizia aveva già fatto il giro in tutta Europa: Alessandro era diventato irriconoscibile, stanco, giallastro in viso e visibilmente logorato da qualcosa a cui nessuno era ancora riuscito a dare un nome. Aveva soltanto quarantotto anni, eppure sembrava già un vecchio – oltre che un agonizzante. E la Russia rischiava di agonizzare con lui, se non avesse garantito una successione regolare al trono, e per questo c'era assolutamente bisogno che Nicky si sposasse. Se egli doveva prendere prematuramente il posto del padre, infatti, era necessario che prendesse moglie e desse alla Russia un erede che non fossero i suoi fratelli, entrambi inadatto a coprire quel ruolo: Georgij era malato di tubercolosi da tempo e ormai incurabile, e Michail, era un ragazzino di appena quindici anni.
Dietro le quinte di un matrimonio di minore importanza, quindi, c'era la possibilità – e presto ci fu la certezza – che si svolgesse un altro evento, molto più importante per tutta l'Europa e per la Storia.
Tutti avevano, evidentemente, visto giusto: la sera stessa dell'arrivo a Coburgo, due giorni prima delle nozze, Nicky si precipitò ad invitare Alix a teatro, e trascorsero la sera insieme, nell'atmosfera romantica del matrimonio imminente.
La mattina dopo giunse, quasi di corsa, la Regina Vittoria, che aveva, evidentemente, sentito odore di bruciato; ma il suo intervento non sortì l'effetto barriera sperato, perché la mattina stessa, alle dieci in punto, Nicky volle vedere Alix.
Finalmente, si dichiarò: le disse che non potevano che sposarsi, innamorati com'erano da tanto tempo, e che lui avrebbe saputo renderla felice e lenire il dolore del cambio di religione. Provò a convincerla per due ore che parvero infinite, ma per tutto il tempo Alix evitò di guardarlo, tenendo il viso nascosto nelle mani e piangendo disperata mentre ripeteva senza sosta: “Non posso, non posso!”
Nicky insistette a lungo, ma Alix fu irremovibile e, seppure con la morte nel cuore, lo pregò di andarsene e lasciarla in pace. Nicky non poté non accontentarla, ma entrambi ne uscirono esausti e sconvolti per le tante emozioni che si agitavano loro dentro. Non riuscirono a scrollarsi di dosso quel misto di agitazione e dolore neanche al momento delle nozze, alle quali Alix partecipò visibilmente sconvolta, tanto che fu lei, e non la sposa sua cognata, a ricevere le attenzioni di tutti.
Chiunque, ovviamente, era venuto a sapere della proposta di Nicky e dei tentennamenti di lei, che non erano stati rifiuto, ma nemmeno accettazione, e che per questo alimentavano le speranze, oltre che i pettegolezzi. L'argomento sulla bocca di tutti, ormai, era: “Ce la farà lo zarevič ad avere la mano della piccola Alix?”
Tutta la giornata delle nozze, il 19, passò per Nicky e Alix come un infinito incubo, sebbene lo stessero vivendo separatamente; Nicky era sconvolto dall'assenza di una risposta della sua amata, che lo faceva propendere per un no; Alix, lacerata tra l'amore che provava per Nicky e non poteva più negare, e il terrore di cambiare religione, si sentiva infelice come mai, e piena di dubbi su quale fosse la cosa giusta da fare.
Quella sera, mentre Alix si trovava in camera, altri decisero per lei (e per Nicky, che ora aveva terrore di riprovare a fare una proposta) di prendere in mano le redini della situazione: il rischio che Nicky se ne tornasse in Russia senza una moglie era troppo grande.
Il primo a fare visita ad Alix nella sua stanza fu il famigerato cugino Wilhelm, che da sei anni era Kaiser; egli era da sempre favorevole ad un matrimonio della cugina con Nicky, ma non per questioni romantiche, bensì per calcolo politico, in quanto egli desiderava ardentemente un'alleanza con la Russia che, pensava, avrebbe potuto garantire all'Europa la pace. Le avvisaglie delle tensioni che porteranno alla Prima Guerra Mondiale di lì a vent'anni, infatti, erano già chiare e riconoscibili, e Wilhelm pensava che, con un cambio di alleanze, il disastro avrebbe potuto essere evitato.
Per questo spiegò ad Alix che era molto importante che lei accettasse la proposta di matrimonio di Nicky; se non voleva farlo per amore, disse, aveva il “sacrosanto dovere”, però, di farlo per la Ragione di Stato; e se il suo problema era cambiare religione, doveva capire che la pace d'Europa valeva ben più di questo. Come disse Enrico IV di Francia, infatti, “Parigi val bene una Messa”; probabilmente Wilhlem avrebbe potuto parafrasare in “Preservare la pace in Europa val bene una Messa”.
Alix, tormentata tra dubbi atroci da troppo tempo, si lasciò ipnotizzare dal bell'eloquio di Wilhlem, quando forse, in un altro contesto, avrebbe reagito con veemenza ai suoi argomenti – lei, educata ad essere una donna forte e capace di capirsi di politica, non avrebbe accettato di essere sacrificata come carne da macello per evitare una guerra allora del tutto improbabile, ancora.
Ma, appena Wilhelm uscì, entrò Ella, che volle parlare con lei di quello che era successo il giorno prima con Nicky. Ella desiderava un matrimonio tra i due ragazzi non per ragioni politiche, ma al contrario perché voleva vedere felice l'adorata sorellina, sposata ad un uomo che lei amava e che l'amava a sua volta. Le parlò della fede ortodossa, alla quale si era convertita spontaneamente due anni prima, e nella quale aveva, spiegò, trovato molto più conforto spirituale che nella religione luterana in cui era stata educata.
Le parole accorate, sincere e personali di Ella, e il fatto che venissero proprio da lei, la sua sorella prediletta, distrussero le ultime difese di Alix che, una volta che la sorella fu uscita, in cuor suo aveva deciso di accettare la proposta di Nicky – se ce ne fosse stata un'altra.
Ora bisognava solo che si presentasse una seconda occasione perché Nicky potesse di nuovo proporsi; questa capitò in fretta, appena la mattina dopo, e fu di nuovo con un ingente aiuto di Wilhelm alla Sorte.
La mattina del 20, infatti, Nicky e Wilhelm – a differenza dei parenti tedeschi e inglesi, infatti, Nicky andava molto d'accordo col cugino – stavano chiacchierando, quando Wilhelm decise d'improvviso che era il momento che lo zarevič si proponesse di nuovo alla sua amata.
Balzato in piedi, si trascinò dietro Nicky tirandolo per un braccio fino alla propria camera, dove acchiappò una sua spada da cerimonia, che legò intorno alla vita di Nicky, e lo incitò ad andare a proporsi nuovamente ad Alix, e di “comportarsi da uomo”. Infine gli mise in mano un mazzo di fiori presi da un vaso del corridoio, e lo spedì a cercare Alix.
Lei lo aspettò in una stanza che, in un giorno diverso, sarebbe stata splendida, con le sue vetrate aperte sugli splendidi giardini di Coburg Schlöß; ma quel giorno un violento temporale faceva tremare i vetri e trasformava i giardini in fango.
Di nuovo, Nicky le chiese di sposarlo; anche questa volta Alix scoppiò a piangere e nascose il viso tra le mani, ma non pensò più che “non poteva”; non pensò neanche alla pace in Europa, e forse nemmeno alle parole di Ella. Probabilmente pensò piuttosto a quanto amasse Nicky, e a quanto felici avrebbero potuto essere insieme e chissà, forse anche a quale senso avrebbe potuto avere la loro esistenza se avesse finalmente accettato di trascorrerla insieme.
Infine, tra le lacrime – ma stavolta di gioia –, Alix accettò di diventare sua moglie. Le lettere e i diari di Alix di quel periodo sono andati perduti, bruciati da lei stessa durante la Rivoluzione (con immenso dolore), ma decenni dopo scriverà dei suoi ricordi di quel giorni, magici ed emozionanti, e di qui “dolci baci” che coronarono il suo sì.
Da quel momento, Alix e Nicky erano ufficialmente fidanzati.
Per la Regina fu poco meno che uno choc; pur conscia dei sentimenti di Nicky, si era sempre illusa che Alix non fosse altrettanto convinta; ma quando finalmente i due riuscirono a trovare il coraggio di darle la notizia, vide Alix così felice, che non solo comprese quello che lei aveva sempre nascosto, ma anche che era giusto così.
Paradossalmente, perfino lo zar e la zarina, a Pietroburgo, si mostrarono contenti; la preoccupazione per la salute di Alessandro, evidentemente, era ormai così grande da fare sembrare perfino questo fidanzamento, per anni temuto ed evitato, un male necessario, se non addirittura un bene per la Russia.
Le nozze furono fissate per la primavera dell'anno seguente, il 1895; la salute dello zar faceva pensare che Alix avrebbe dovuto diventare a breve zarina al posto della suocera, e quindi si decise di permettere ai due fidanzati di trascorrere insieme più tempo possibile.
Questo avvenne grazie nientemeno che alla Regina che, ora consapevole della felicità della nipotina e ormai rassegnata a ciò che era già stato deciso, propose ai due ragazzi di trascorrere insieme l'estate con lei.
Alix era di ritorno da una cittadina termale dello Yorkshire dove si era curata da un attacco di sciatica, trascorrendo molto tempo con sua sorella Vicky e la figlia maggiore di lei, Alice [Alice è la madre dell'attuale Principe Consorte Principe Filippo, N.d.A], e stava letteralmente “scappando” dagli zii inglesi, Bertie e Alfred, che l'avrebbero voluta con sé per l'estate.
Alix e Nicky scelsero di stare con Vittoria per evitare una lite in famiglia, dato che Alix non avrebbe saputo da quale zio andare (il suo preferito non era nessuno di loro due, bensì Leopold duca di Albany), e la Regina non la voleva da nessuno dei due, giudicando i suoi stessi figli entrambi un “pessimo esempio” per la nipote ed il fidanzato (Bertie era un dissoluto che viveva tra gioco d'azzardo e infinite amanti, e Alfred, il padre di Ducky, era il più rude e “sboccato” della famiglia).
Rimasero con la Regina prima a Londra, poi, quando il caldo si fece insopportabile, a Osborne House, dove Vittoria si trasferì con tutta la Corte. Prima di partire, furono scelti come padrino e madrina di battesimo del primogenito di Giorgie e May, il piccolo Edward – che diventerà Re Edoardo VIII prima di abdicare per sposare l'americana W. Simpson.
La Regina Vittoria, all'esterno, si dimostrava felice dell'unione dei due ragazzi; non solo li aveva benedetti a Coburgo, ma quando Nicky raggiunse la fidanzata in Inghilterra con splendidi e preziosissimi gioielli come dono di fidanzamento da parte sua e della sua famiglia, raccomandò alla nipote prediletta di non diventare troppo orgogliosa per quei doni. Solo in privato, infatti, la Regina si permetteva di dichiarare quali fossero i suoi reali sentimenti: terrore e sgomento al pensiero che la sua nipotina venisse inghiottita da un Paese pericoloso e instabile come la Russia. Il suo Destino di zarina, infatti, era infinitamente più pericoloso di quello di Ella, che aveva sposato un Gran Principe troppo lontano nella linea di successione per poter pensare di salire mai sul trono, cosa che la allontanava – secondo Vittoria fortunatamente – dalle questioni politiche.
La Regina, infatti, in quanto sovrana, a differenza di Alix conosceva fin troppo bene la situazione politica della Russia, instabile e piena di pericoli reali quali correnti rivoluzionarie sempre più forte, anarchia, intenti sovversivi.
Da troppo tempo, ormai, in Russia il popolo aveva palesato la sua avversione al potere costituito, autocratico e assoluto; la morte del precedente zar, Alessandro II, per mano di un anarchico (e delle sue bombe) era stata solo l'avvisaglia più palese ed eclatante. L'idea che a Alessandro III, reazionario ma in grado di silenziare il Paese col suo pugno di ferro, si sostituisse Nicola, così dolce e per niente autoritario, faceva gelare il sangue nelle vene della Regina.
Ma nel momento dell'idillio in Inghilterra questi pensieri sembravano ancora lontani; Alix e Nicky erano così profondamente innamorati e così felici che tutti se ne accorgevano, perfino la stessa Regina, e perfino la piccola Alice, figlia di Vicky. Alix, infatti, era fredda e vittorianamente padrona di sé solo in apparenza; in realtà era una persona emotiva, appassionata, sensibilissima, e riversò nel suo amore sincero per Nicky tutta la propria passionalità, mostrandola particolarmente quando iniziò a scrivere di suo pugno struggenti messaggi d'amore sul diario personale di lui.
Le sei settimane che i due fidanzati trascorsero insieme in Inghilterra furono idilliache, e furono un susseguirsi di colazioni all'aperto, passeggiate, cavalcate e gite nella lussuriosa Natura estiva.
Durante quel periodo, però, Alix non oziò soltanto, bensì iniziò a studiare non solo la lingua russa, bensì anche i rudimenti della religione ortodossa. Per lo scopo, lo zar aveva inviato in Inghilterra insieme a Nicky anche il suo confessore personale, Padre Ivan Janiščev, che anni prima aveva già istruito nella lingua russa e nella religione ortodossa anche Dagmar/Marija.
Alix, che possedeva per natura sia una volontà ferrea e incrollabile, sia una capacità di dedizione assoluta ad un ideale, ora che aveva scelto di convertirsi alla fede ortodossa si gettò con impegno in questa avventura, “esasperando” padre Janiščev perché le spiegasse qualunque mistero; era convinta, infatti, che non essendo nata ortodossa, solo così potesse raggiungere una fede vera e sincera.
Si buttò anche nella lettura di complicati libri di teologia ortodossa e di lunghe e noiose agiografie, poiché il suo perfezionismo non le permetteva di imparare semplicemente il catechismo ortodosso e lo svolgersi delle cerimonie alle quali avrebbe dovuto assistere, bensì la spingeva oltre, verso quella comprensione profonda e quasi mistica della fede che aveva già ricercato, in gioventù, nella sua precedente fede luterana.
Portata al misticismo fino quasi all'esasperazione per quel tratto del suo carattere ereditato da Alice, Alix si immerse negli studi per la sua conversione con l'entusiasmo e la determinazione quasi di un esaltato; e, come Ella le aveva d'altronde già assicurato a Coburgo, trovò nella fede ortodossa una risposta più profonda e più confacente a sé alla propria natura mistica. La sua ortodossia, infatti, sarà sempre quasi medievale, profondamente attratta dalla parte più bizantina del culto e delle cerimonie.
A luglio, purtroppo, l'idillio di immensa felicità dei due fidanzati finì; Nicky, infatti, dovette tornare in Russia per via del matrimonio di sua sorella Xenia – che allora aveva diciannove anni – con un cugino, il Gran Principe Aleksandr Michajlovič, “Sandro”.
Il regalo di arrivederci di Nicky fu una spilla d'oro e diamanti che Alix conserverà per tutta la vita; probabilmente, voleva essere un ricordo di quell'altra spilla, quella che Nicky le aveva regalato durante la permanenza della famiglia di Ludwig a Peterhof per il matrimonio di Ella e Sergej; quella spilla, che Alix aveva restituito a Nicky preoccupata, e che lui aveva poi dato a sua sorella Xenia, era stata un po' il simbolo dei rifiuti di Alix; questa nuova spilla, invece, diventava, in un certo senso, simbolo del suo “sì”.
Dopo la partenza di Nicky, Alix lasciò a sua volta l'Inghilterra per tornare a Darmstadt, per prepararsi al matrimonio la primavera successiva: bisognava infatti preparare il corredo e disporre ogni cosa alla sua partenza definitiva per la Russia. Il fatto che Ludwig si fosse sposato, e che la non amata Ducky fosse ora la signora di Darmstadt, aveva un vantaggio per Alix: le lasciava il tempo di occuparsi di tutto ciò, e quindi, di non essere obbligata a passare troppo tempo con la cognata, la quale si sarebbe ora occupata della Corte al posto suo.
Ovviamente, nessuno poteva immaginare che Alix avrebbe avuto ben poco tempo a disposizione, da quel momento, per prepararsi al proprio trasferimento e che il matrimonio avrebbe dovuto essere anticipato per cause di forza maggiore.
Era già da oltre un anno che lo zar, l'alto e possente Aleksandr, non stava bene; all'inizio aveva cercato di nasconderlo per non preoccupare inutilmente i famigliari e turbare le loro vite. In fondo, pensava, erano altre le cose a cui bisognava pensare con più urgenza: una moglie per Nicky, un marito per Xenia, le cure adeguate per Georgij, malato di tisi, un'educazione per Michail e la piccola Ol'ga, che nel 1894 avevano, rispettivamente, quasi sedici e dodici anni.
Ma ben presto fu chiaro a tutti, e alla sua famiglia soprattutto, che le sue condizioni di salute erano critiche. La stagione di balli 1893 – 1894 a Pietroburgo iniziò con ritardo a causa della sconosciuta malattia dello zar, che gli impediva di stare in piedi, e anche quando finalmente ci fu il ballo inaugurale, non appena lo zar entrò per dare inizio ai festeggiamenti, si vide chiaramente quanto stava soffrendo.
Nel momento in cui Nicky tornò dall'Inghilterra nel luglio del '94, ormai, la situazione era poco meno che disperata. Aleksandr non riusciva più a fingere, e la sua salute stava peggiorando terribilmente di giorno in giorno.
Tentò di resistere senza cure ancora per un po', desideroso di non rovinare le nozze alla figlia – Xenia e Sandro erano molto innamorati, e da quasi due anni erano fidanzati e aspettavano con ansia il matrimonio – ma non appena i due sposi si furono sistemati, Dagmar/Marija fece venire medici specialisti da ogni parte d'Europa.
Questi raggiunsero lo zar, lo visitarono, e furono concordi nel diagnosticare una gravissima e incurabile forma di nefrite [acuta infiammazione dei reni e delle vie urinarie, N.d.A]. Ed effettivamente, Aleksandr stava tutt'altro che bene: l'emicrania non gli lasciava sosta, soffriva di insonnia da mesi, i piedi si erano gonfiati ed il suo incarnato era giallastro.
I medici, pur spiegando chiaramente che solo un miracolo avrebbe potuto salvare lo zar, consigliarono comunque un clima più mite e più secco di quello della capitale; così lo zar e la zarina si spostarono in una delle residenze autunnali di caccia, in Polonia; ma Aleksandr non migliorava, anzi. Quindi si spostarono in un'altra tenuta di caccia, a Spala, ma fu ugualmente inutile.
I medici allora consigliarono Corfù e l'aria mite del Mediterraneo, ma Aleksandr era ormai troppo debole per un viaggio così lungo, e la famiglia imperiale si trasferì semplicemente a Livadija, nell'amata Crimea.
Qui fu subito chiaro che la situazione ormai era davvero disperata; Aleksandr, prostrato dal viaggio, continuò a peggiorare inesorabilmente: ormai stava morendo, e nessuno poteva più negarlo.
Disperato, Nicky telegrafò ad Alix di raggiungerlo subito in Crimea, il che era anche il desiderio dei suoi genitori, e soprattutto di suo padre: Aleksandr voleva essere vivo per accogliere la quasi nuora e futura nuova Imperatrice di Russia.
Alix, senza indugio, raccolse qualcosa in una modesta valigia e si precipitò alla stazione di Darmstadt per salire sul primo treno per Berlino; da qui, infatti, partiva l'unica linea espressa per la Russia.
A Varsavia le andò incontro Ella, anche lei in viaggio versa la Crimea per assistere al cognato morente, e desiderosa di non lasciare sola la sorellina in una situazione del genere.
E per fortuna fu così: nel caos dell'imminente morte dello zar, il Gran Maresciallo di Corte, incaricato dalla zarina di andare incontro alla fidanzata del futuro zar alla frontiera russa, se ne dimenticò, e una volta in Russia, Alix ed Ella dovettero usare la linea ferroviaria comune, con i popolani e i contadini – cosa che, però, piacque molto ad Alix, che si sentì incredibilmente vicina al suo nuovo popolo.
Finalmente nella città di Simferopol, dove la ferrovia della Crimea si interrompeva, andò a prenderla Nicky in carrozza; nel sud della Crimea, infatti, non era stata costruita linea ferroviaria per non arrecare danno alla natura incontaminata.
Quando giunsero al palazzo di Livadija, che sorgeva in riva al mare, Alix si trovò catapultata in qualcosa di troppo più grande di lei e particolarmente sconvolgente; la famiglia era stretta intorno allo zar morente, e chiusa nel proprio dolore. Seppur ricevuta con dignità da Aleksandr, non appena egli fu rimesso a riposo, la famiglia praticamente la ignorò, non intenzionalmente, ma perché inghiottita da un dolore troppo terribile per badare a lei che, in fondo, era praticamente un'estranea.
Aleksandr, invece, fece tutto il possibile per accoglierla nel modo più pomposo possibile: insistette per riceverla in alta uniforme, come si addiceva ad una futura Imperatrice, ma la complicata vestizione lo indebolì al punto che non riuscì ad alzarsi in piedi nel momento in cui Alix arrivò nella stanza, e dovette parlarle riverso in poltrona.
Dopo che lei si fu inginocchiata davanti a lui in gesto di rispetto, Aleksandr, tra colpi di tosse e lamenti terribili, le fece promettere di convertirsi immediatamente alla fede ortodossa non appena lui fosse morto, così da essere preparata, visto che probabilmente il matrimonio si sarebbe celebrato molto prima della successiva primavera, viste le circostanze.
Alix rimase quasi una settimana al Palazzo in attesa dell'imminente morte dello zar, e si sentiva infinitamente sola. Era praticamente ignorata da tutta la famiglia e perfino Nicky, inghiottito nel caos della situazione, riusciva a trascorrere pochissimo tempo con lei. La sua unica compagnia era Ella, che, seppur ormai fosse considerata una di famiglia, certo non si dimenticava della sorellina, e le fu di conforto in quei giorni così difficili.
Alix fu sconcertata nel rendersi conto di come era trattano il suo Nicky in quella situazione – come se non contasse nulla. Avrebbe dovuto iniziare già a svolgere le funzioni del padre, poiché Aleksandr era troppo debole anche per firmare carte ufficiali, ed invece tutti, perfino i dignitari di corte e i medici, invece di rivolgersi a lui per le questioni di stato o per i responsi sulla salute dello zar, lo scavalcavano senza neanche considerarlo e si rivolgevano direttamente alla zarina.
Questa, ovviamente, non aveva nulla in contrario, anzi; si comportava come se fosse lei il sovrano, sicura di fare il volere del marito. Nicky era troppo debole e troppo mal educato per opporsi alla situazione, e il terrore di diventare imperatore di lì a pochi giorni faceva il resto, prostrandolo.
La sofferenza di Aleksandr, finalmente, ebbe una fine: dopo pranzo, il giorno 20 ottobre/1 novembre un prete gli impartì l'Estrema Unzione, e poco meno di un'ora dopo, davanti all'intera famiglia in piedi in semicerchio, con una preghiera e un bacio all'adorata moglie, si riversò in avanti sulla poltrona preferita sulla quale giaceva da settimane, esalando l'ultimo respiro.
La sua morte provocò immediatamente il caos: Dagmar/Marija, sconvolta, svenne, e Alix dovette sorreggerla perché non cadesse, aiutata da Ella; Nicky, disperato, scappò fuori dalla stanza, rincorso dal cognato Sandro, al quale si aggrappò piangendo come un bambino; ora era veramente il nuovo zar, e questo gli provocava un tale terrore da fargli venire voglia di scappare lontano.
Anche in seguito, quando fu data la notizia e i cannoni delle navi della flotta del Mar Nero ormeggiate a Yalta salutarono per l'ultima volta il loro imperatore, e la famiglia si riunì intorno ad un altare per pregare per il defunto, lo smarrimento non li abbandonò; Alix si sentiva frastornata, e anche se aveva conosciuto pochissimo il suocero, la sua morte la sconvolgeva. Alla giovanissima cognata Ol'ga confessò candidamente che, dopo aver perso il padre appena due anni e mezzo prima, si sentiva ancora vulnerabile, e perdere anche il suocero, nel quale aveva sperato di trovare un nuovo padre, era terribile.
Purtroppo, lo smarrimento di Alix non solo era perfettamente giustificato, ma lo sarà ancora di più nei giorni a venire: nel giro di un mese la vita di Alix cambierà infatti in modo drastico e permanente. La morte così prematura dello zar significava infatti che il nuovo zar doveva assolutamente sposarsi, in modo da fornire alla Russia un erede, poiché i suoi fratelli non potevano ricoprire al meglio il ruolo (Georgij era malato in modo incurabile, e Michail era troppo giovane).
Alix, che era corsa al capezzale del suocero con pochi effetti personali e certamente senza il corredo, certa di tornare in Germania a breve, non avrebbe mai più rimesso piede in patria come fidanzata, ma solo come zarina, in vacanza, anni dopo; il matrimonio, infatti, doveva essere celebrato al più presto, e non c'era tempo perché Alix tornasse a Darmstadt a radunare le sue cose.
Per accelerare il più possibile le cose, il giorno stesso che seguì la morte dello zar, nel Palazzo di Livadija si tenne la cerimonia con la quale Alix entrava a far parte della Chiesa Ortodossa. Avrebbe dovuto essere una cerimonia suggestiva e commovente, ma il peso del lutto, dei paramenti neri alle pareti, del pianto terribile e incessante di Dagmar/Marija, unito ad un uragano che scuoteva il Mar Nero, resero tutto molto più tetro e difficile.
Da quel momento, comunque, Alix divenne ufficialmente ortodossa; non dovette essere di nuovo battezzata, perché la Chiesa Ortodossa riconosceva il battesimo luterano, ma dovette rinnegare la sua precedente fede a voce alta e chiara. I suoi molti nomi di Battesimo – Alix Victoria Helena Luoisa Beatrice – furono sostituiti da uno solo, Aleksandra, il nome russo più simile ad Alix. A questo fu aggiunto, come è uso in Russia, un patronimico, e si scelse Fëdorovna, il più comune in Russia, e per questo quello che veniva comunemente usato per le Imperatrici di origine straniera.
Da quel momento quindi, non era più Alix Von Hessen un Bei Rhin, bensì la Gran Principessa Aleksandra Fëdorovna. Il titolo di Gran Principessa le spettava in quanto fidanzata del Gran Principe erede, ma presto sarebbe stato sotituito da quello, ben più importante, di Imperatrice di Tutte le Russie.
Per tradizione ed uso, il corpo dello zar non poteva subito essere sepolto; doveva prima ricevere l'ultimo salute del suo popolo nelle città più importanti, e, inoltre, i riti funebri della Chiesa Ortodossa erano incredibilmente lunghi rispetto a quelli delle altre confessioni Cristiane. Questo significò che, tra la morte e la sepoltura di Aleksandr, passò quasi un mese.
Ovviamente, venne imbalsamato, ma per un inspiegabile errore, questo fu fatto non subito, bensì già tre giorni dopo la sua morte, il che fece sì che il corpo dello zar iniziasse a decomporsi, i lineamenti del suo viso si contraessero in modo grottesco e angosciante, e lui iniziasse a puzzare di putrefazione, odore che neanche l'imbalsamazione riuscì a portarsi via.
Subito dopo l'imbalsamazione, la domenica (Aleksandr era morto il giovedì pomeriggio), il corteo funebre iniziò il lungo viaggio attraverso la Russia. All'inizio si fece rotta su Mosca, viaggio che richiese un'interminabile settimana, visto che la bara doveva fermarsi in tutte le principali città del Paese perché si potesse rendere omaggio al defunto zar; infine, da Mosca si spostò a San Pietroburgo, dopo il cadavere malamente imbalsamato fu esposto al pubblico nella Cattedrale di Pietro e Paolo per altre due settimane: durante questo periodo, Alix dovette recarsi due volte al giorno ogni giorno a pregare sul cadavere del suocero insieme alla famiglia di Nicky. Fu questa la prima vera occasione in cui sia la nobiltà sia il popolo poterono vedere il volto della loro nuova Imperatrice, e la situazione alimentò dei pettegolezzi: Alix divenne infatti nota come la zarina che era “arrivata dietro una bara”, che fu colto come un segno di malasorte. Ma allo stesso tempo, paradossalmente, questo attirò su di lei, a sua insaputa, la simpatia della gente semplice, che provava tenerezza per quella ragazza così giovane, così bella e così sfortunata ad essere stata accolta nella sua nuova patria per via di un funerale.
Una volta celebrato questo, infatti, bisognava pensare al matrimonio; Nicky avrebbe voluto sposare Alix già due giorni dopo la morte del padre, in forma privata a Livadija, per averla accanto in quel momento terribile in cui era stato costretto a diventare zar contro il suo volere. Ma i suoi zii, i fratelli ancora vivi di Aleksandr – Vladimir, Aleksej, Sergej (marito di Ella) e Pavel avevano insistito perché aspettassero almeno al fine dei riti funebri e si sposassero a Pietroburgo, in modo che la popolazione potesse sapere del matrimonio e vedere la sua nuova imperatrice.
Fermamente convinti di doversi comunque sposare al più presto, Alix e Nicky fissarono come data lunedì 14/26 novembre 1894, giorno del compleanno di Marija/Dagmar; in occasione delle loro nozze, il lutto poteva essere temporaneamente sospeso per festeggiare gli sposi e, allo stesso tempo, la zarina, sebbene la cerimonia, per rispetto del defunto zar, sarebbe stata modesta e privata.
Alix dovette farsi mandare per treno le sue cose oltre alla piccola parte di corredo già pronta, perché non aveva il tempo materiale di tornare a Darmstadt a fare bagagli; si sentiva profondamente smarrita, perché da un giorno all'altro doveva passare dal lutto alla felicità del matrimonio con l'uomo che amava, non aveva potuto prepararsi adeguatamente, si ritrovava già imperatrice di un Paese che non conosceva, e per di più non avrebbe avuto il matrimonio fastoso che aveva sognato.
Aveva sempre pensato – giustamente – che le sue nozze avrebbero superato in fasto quelle di Ella. Giustamente, perché le possibilità di Sergej di diventare zar erano molto basse e il matrimonio si era svolto in forma privata al Palazzo d'Inverno, mentre lei sposava lo zar – cioè, avrebbe dovuto sposare l'erede – e la cerimonia avrebbe dovuta essere sontuosa e svolgersi nella Cattedrale di Sant'Isacco.
Invece fu una cerimonia triste per il lutto che incombeva ancora sulla Russia, meno fastosa del previsto, nella Cappella del Palazzo d'Inverno, senza banchetto né viaggio di nozze, né tantomeno una sistemazione adeguata per gli sposi una volta sposati.
Eppure, nonostante tutto, Nicky e Alix erano pazzamente felici; finalmente avrebbero potuto stare insieme, e nonostante lo smarrimento, non vedevano l'ora di essere sposati e insieme per sempre.
La notte prima del matrimonio Alix dormì nel Palazzo Belosselskj – Belozerskj , la residenza invernale di Ella e Sergej, nella stessa stanza che Ella le aveva assegnato cinque anni prima, durante le sei settimane trascorse a Pietroburgo. Nicky era con la madre nella residenza invernale di lei, Palazzo Aničkov, esattamente dall'altro lato della strada.
La mattina del matrimonio, alle undici del mattino, Alix – ora ufficialmente Aleksandra – scese nell'atrio indossando un abito da viaggio di tessuto d'argento e una pesante pelliccia per ripararsi dal freddo pungente [in Russia la neve inizia a cadere già a metà ottobre ca. N.d.A].
Uscita dal Palazzo della sorella, Alix salì su una carrozza di mezza gala con la suocera, con la quale le due donne percorsero circa metà del Nevskij Prospekt fino al Palazzo d'Inverno, scortate dalla Guardia Imperiale in alta uniforme.
Al Palazzo d'Inverno, Marija/Dagmar condusse Alix nelle stanze private, dove il suo abito da sposa con tutti i paramenti imperiali la stavano aspettando. L'abito delle nozze, quello tradizionale della Corte Russa, era particolarmente elaborato e quindi complicato da indossare a dovere, tanto che ad Alix, aiutata da infinite cameriere, ci volle quasi un'ora per riuscire a indossarlo!
Le stava però d'incanto: la scollatura esaltava le sue spalle statuarie e il kokošnik (tipica tiara russa di tessuto su cui vengono cucite pietre preziose) che le teneva fermo il velo faceva risaltare la dolcezza dei tratti del suo viso.
Per l'occasione, Alix indossava molti preziosi gioielli: diversi fili di perle, la collana di pietre preziose dell'Ordine di Sant'Andrea, e un girocollo di diamanti oltre a molte spille preziose; alle orecchie aveva orecchini di diamanti i quali, da soli, pesavano quasi 5 mila carati. [da gioielliera, posso dirvi che, attualmente, un diamante di 1 carato G color, cioè il più puro costa, montato, circa 1400 euro; fate il conto! N.d.A.]
Sopra all'abito di pesante broccato intessuto, poi, indossava non solo la mantella nuziale dei Romanov, ma anche il mantello di pelliccia dorata bordata di ermellino della Corte Imperiale. Tutta la toilette era estremamente pesante, ma Alix era, per sua fortuna, aiutata a sopportarla dalla sua alta statura.
Quando i cannoni della Fortezza di Ss. Pietro e Paolo spararono a festa, ed il corteo nuziale verso la Cappella ebbe inizio, erano circa le 12 e un quarto; il corteo, una tradizione irrinunciabile, era una lunga processione di nobili e di invitati, con a capo il Gran Maresciallo di Corte (quello stesso che si era dimenticato di andare a prendere Alix in Crimea...) seguita da centinaia di dignitari e poi dai più importanti reali d'Europa accorsi per assistere all'evento: la Regina Vittoria fu considerata troppo anziana e cagionevole per un viaggio fino in Russia, ma il suo erede, Bertie, con la moglie e la prole erano presenti; e poi i reali di Grecia (il re di Grecia era fratello di Marija/Dagmar), di Danimarca (il re di Danimarca era il padre di Dagmar), ecc.
I testimoni di nozze erano i due fratelli di Nicky, Georgij e Michail, Segrj (il marito di Ella) e un cugino di Nicky, quel Kirill di cui era innamorata Ducky, la moglie di Ernie.
Al passaggio del corteo, con la coppia di sposi in fondo, tutti furono molto colpiti dalla bellezza di Alix e da quelle manifestazioni di nervosismo che non era riuscita a celare: le labbra tremanti, le guance arrossate, gli occhi bassi – che furono interpretate come segni di modestia e umanità.
Dopo circa mezz'ora – tanto tempo occorse al lungo corteo che sfilò per i corridoio del Palazzo d'Inverno per raggiungere la Cappella – la funzione ebbe finalmente inizio; tramite essa, Alix diventava ufficialmente non solo la moglie di Nicky, bensì anche, e soprattutto, la nuova sovrana, Sua Maestà Imperiale la Zarina Aleksandra Fëdorovna, Imperatrice di tutte le Russie. Dagmar/Marija, quindi, diventava l'Imperatrice Madre, sebbene avesse soltanto quarantasette anni.
Durante la cerimonia, Alix – nonostante la sua non perfetta conoscenza del russo e delle cerimonie ortodosse – rispose alle esortazioni del pope con voce chiara, anche se timida; Nicky, invece, probabilmente troppo emozionato, parlava così piano da non essere udito, e il celebrante dovette incitarlo diverse volte a parlare un po' più forte, perché non riusciva a sentirlo.
Il cugino Georgie, futuro re Giorgio V d'Inghilterra, ricorderà che, quando la coppia uscì dalla Cappella, tutti furono profondamente colpiti da quanto apparivano – ed erano – innamorati. Certo non si poteva dubitare che si trattasse di un matrimonio d'amore!
Non essendo stato organizzato un viaggio di nozze per il poco tempo a disposizione, gli sposi si sarebbero diretti verso casa; e non essendoci stato il tempo neppure per preparare un palazzo per loro, per il primo inverno avrebbero alloggiato a Palazzo Aničkov con l'Imperatrice Madre. Appena usciti dalla Cappella, Alix indossò di nuovo il suo abito da viaggio di tessuto d'argento e, questa volta con il suo Nicky, salì sulla carrozza che l'avrebbe riportata sul Nevskij.
Prima, però, la coppia si fermò alla Cattedrale di Kazan per una preghiera; quando uscirono, la folla che si era riunita al loro passaggio esplose in calorosi appalusi intonando a capella “Dio salvi lo Zar”. Commosso, Nicky risalì in carrozza ma ordinò alla Guardia Imperiale di permettere alla folla di avvicinarsi per poter vedere dal vivo la loro nuova Imperatrice.
Fu un gesto coraggioso e magnanimo, che alimentò nel popolo russo la speranza che Nicky, giovane e educato alla maniera europea, insieme alla moglie, cresciuta alla Corte inglese, così più democratica della Russia, e famosa per essere istruita e intelligente, avrebbero dato vita ad un Governo più aperto, di riforme e non più di pugno di ferro. Purtroppo non sarà così, ma per un po' tutti si godettero la loro felicità – la folla per le sue illusioni, Nicky e Alix per il calore della folla e del loro amore.
Così, nel pomeriggio, i novelli sposi tornarono a Palazzo dove li attendevano centinaia di telegrammi di auguri; ma, nonostante gli impegni, ormai erano finalmente insieme. Quella sera, Alix scrisse sul diario di Nicky: “Ti amo. Queste tre parole racchiudono in sé tutta la mia vita.”
Nota alle fotografie:
Victoria Melita di Sassonia Coburgo
Il Gran Principe Kirill Vladimirovič
Alix, 1894
Nicky, 1894
Ernie e Ducky il giorno del loro matrimonio, 19 aprile 1894
Il “cugino Willy” Kaiser Guglielmo II
Gruppo di famiglia a Coburgo dopo il matrimonio di Ernie e Ducky e il fidanzamento di Alix e Nicky. Dietro, da sin., Nicky, Alix, Vicky, Ernie. Davanti, da sin., Irene, Ella, Ducky, Sergej.
Gruppo di famiglia per il fidanzamento ufficiale di Nicky e Alix; i fidanzati sono al centro, davanti ad Alix c'è la Regina Vittoria; accanto ad Alix si vedono invece Vicky e Irene e davanti a Nicky, di profilo, il Kaiser. Dietro a Nicky, il Principe di Galles Bertie. Due file dietro a Alix, leggermente a destra, Sergej.
Georgie e May col loro primogenito, Edward, futuro Re Edoardo VIII
Alix e Nicky il giorno del loro fidanzamento ufficiale.
Xenia il giorno del suo matrimonio col Gran Principe Aleksandr Michajlovič, luglio 1894.
Alessandro III con la famiglia in Polonia, 1894. Alessandro è accanto a Marija, davanti i loro figli, da sin., Nicky, Georgij, Ol'ga e Michail. Xenia non è presente perché già sposata con Sandro.
Alessandro III, da L'illustration, 8 agosto 1891
Alessandro III morente parla col figlio. Illustrazione da “Le Petit Journal – supplement Illustré” del 5 novembre 1894.
I funerali di Alessandro III
Nicky e Alix, 1894
Il matrimonio di Nicky e Alix
BIBLIOGRAFIA PER LA BIOGRAFIA DI ALIX:
KING, Greg, L'ultima zarina, Mondadori, 2000
KURTH, Pter, Zar: il mondo perduto di Nicola e Alessandra, A. Maioli Editore, 2001
MASSIE, Robert, Nicola e Alessandra, Gherardo Casini editore, 1969
Pur non contando come vera bibliografia, non posso non citare Alexander Palace Time Machine Discussion Forum, dal quale vengono molte delle fotografie, e le cui discussioni mi hanno molto aiutata. Un riconoscimento speciale, quindi, al ForumAdmin, Bob Atchinson, e a tutti i suoi partecipanti.
Per tutti coloro che ancora non lo conoscessero, lo trovate qui.
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